Che conFusione! (dietro le quinte...)

Come nasce una canzone: "Dont' shoot me"

Nel cercare di comprendere le difficoltà dei dislessici era emerso che l'inglese rappresenta un ostacolo veramente difficile per i ragazzi: infatti poiché il dislessico fa fatica a "mettere insieme" l'insieme delle lettere per riconoscere la parola, in inglese la difficoltà è doppia perché la pronuncia delle lettere è spesso diversa a seconda del caso. In italiano la U si pronuncia U e si scrive U, in inglese, per esempio, la letterea scritta U si pronuncia spesso diversamente e, come nel caso del titolo, la doppia O si pronuncia U (la parola inglese SHOOT si pronuncia, scritta in italiano, sciut).
Queste difficoltà con l'inglese, emergono soprattutto negli anni delle scuole superiori dove la lingua straniera viene studiata in maniera più completa.

Massimo Marchetti, autore del testo, ha quindi immaginato che un sedicenne parlasse con il suo professore che non lo vuole capire; e la musica più adatta era proprio il RAP. Se quindi si rilegge il testo della canzone in questa "chiave", sicuramente risutla tutto molto più chiaro:

Buongiorno professore, mi scuso per il tono, soltanto due parole poi prometto torno buono.
Ma sono un po' arrabbiato e non mi so calmare e il rap mi sembra adatto per poterlo raccontare...

A questo punto esprime il suo punto di vista e cerca di far capire come per un dislessico i problemi crescono con l'età, specialmente se questa "particolarità" non viene riconosciuta dagli insegnati; infatti spesso i professori "marchiano" i dislessici come "fannulloni", pensando, erroneamente, la loro sia una mancata applicazione nello studio. Il ritornello, con la frase in inglese, è proprio la richiesta di essere considerati per quello che si è:

"Teacher don't shoot me": letteralmente, "prof, non spararmi"... "I'm a dyslexic boy": io sono un ragazzo dislessico; "diversi noi non siam, ma poi diversi da chi?, non darci colpe se noi siamo fatti così!": praticamente si sente preso di mira mentre vorrebbe semplicemente essere considerato come gli altri.

Nella seconda strofa gli spiega come l'utilizzo di alcuni strumenti gli possa permettere di eseguire gli stessi compiti assegnati alla classe, consentendogli di concentrarsi sul discorso o sulla soluzione del problema senza dover preoccuparsi troppo degli errori causati dalla dislessia. E poi l'inglese con le difficoltà nella luttura che rappresenta una vera "tortura!".

Da tutto questo nasce l'invito a combattere l'ignoranza e ad informarsi sul problema della dislessia...

La realizzazione del brano registrato

Trattandosi di uno stile completamente diverso dalle solite canzoni per bambini, Fabio ha chiesto ad un gruppo di ragazzi delle superiori di fargli ascoltare un po' di canzoni HIP-HOP e RAP. Prendendo spunto dalle sonorità ascoltate è stata composta la base della parte RAP. La musica del ritornello, invece, era già stata scritta insieme alle parole del ritornello, ma mancava la congiunzione tra le due parti, che è stata risolta con una interessante progressione tonale, sopra la quale Massimo ha inserito alcune parole.

Dopo aver realizzato la base musicale con gli strumenti virtuali (il computer), è stato chiesto a Luca Mattia Gelsomino di scrivere un arrangiamento per le trombe, che ricalcasse, in qualche modo, la canzone "LIBERO" di Alex Baroni. Il rislutato è stato tanto bello, da obbligare Fabio a trovare un vero trombettista per l'incisione (infatti le trombe realizzate con il computer suonano troppo "finte"). Il 5 gennaio 2008 Fabio partiva, con tutto lo studio mobile, alla volta di Ponzano Veneto dove Francesco Perin, diplomando in tromba e caro amico del nostro coro, si prestava a dar... fiato "alle trombe". Il risultato è ancora oggi strabiliante!

Per le incisioni del coro, si voleva dare l'idea all'ascoltatore che fosse tutta la scuola, alleata con i compagni di classe dislessici, a chiedere con forza ai prof di piantarla di star loro addosso (e si sa che quando i ragazzi ci si mettono...). Pertanto sono state scritte 4 voci di coro, sovrapposte da 3 voci di risposte, incise, ovviamente, tutte separatamente da vari gruppi di bambini. Ma mancava ancora l'effetto "corone"... pertanto si è pensato di chiudere nel piccolissimo studio Note di Pace di Noviglio (del papà Massimo Marchetti) ben 18 bambini del coro (il massimo consentito dalle cuffie presenti in studio): a loro è stato chiesto di URLARE CON FORZA il ritornello della canzone... e l'effetto desiderato, finalmente, è arrivato. Al termine dell'incisone dell'ultimo ritornello i bambini erano così eccitati che sono andati avanti a cantare senza base... troppo bello per tagliarlo e quindi, al termine della canzone, si sente proprio questo coro "a cappella" che continua (come se stesse uscendo da scuola) a cantare il ritornello-tormentone: "Teacher don't shoot me!"

La ricerca del solista che "RAPPASSE" (cantare come RAP) le strofe era di fondamentale importanza per la buona riuscita del pezzo. Ovviamente le "vocine" dei bimbi del coro non erano adatte al testo. Pertanto è stato chiesto a Daniele, nome d'arte "Dero", uno dei ragazzi dello staff tecnico che aiuta durante i concerti del Piccolo Coro, di provare ad incidere la parte. Malgrado le iniziali ritrosie, il risultato è stato veramente ottimo.

 

Il backstage

Massimo Marchetti ha montato un piccolo filmato che racconta un po' del backstage per la realizzazione del disco. Qui sotto potete trovare il pezzetto relativo al momento in cui i 18 bimbi fanno il "corone" di Don't shoot me:

Le reazioni...

La canzone è stata ascoltata da parecchie persone e tutti hanno elogiato il modo con cui, in maniera leggera ma molto seria, viene affrontato il problema. Inoltre è stata eseguita anche alla festa di fine anno di una scuola media, e il solista era proprio un ragazzo dislessico: sua mamma, sentendola per la prima volta, non smetteva di piangere dall'emozione...

La canzone
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